La comunità scolastica dello Scarpa in lutto

La scomparsa del prof. Alessandro Raggiotto

Pubblicato il 23 giugno 2025


 

Alessandro Raggiotto -1La comunità scolastica dell’I.S.I.S.S. “A. Scarpa” di Motta di Livenza e Oderzo piange la scomparsa del prof. Alessandro Raggiotto, docente di Filosofia e Storia, venuto a mancare mercoledì 18 giugno 2025.

Figura di grande spessore umano e culturale, il prof. Raggiotto ha lasciato un segno profondo tra colleghi, personale ATA e studenti, grazie alla sua passione per l’insegnamento, la sua capacità di dialogo e la dedizione con cui ha accompagnato generazioni di ragazze e ragazzi nel loro percorso formativo.

La Dirigente Scolastica, prof.ssa Maria Cristina Taddeo, ha voluto ricordarlo con parole sentite: «La perdita del prof. Raggiotto ci colpisce profondamente. Era un docente di rara competenza e sensibilità, stimato da tutti per il suo rigore intellettuale e per la sua disponibilità umana. Ha saputo trasmettere il pensiero critico e l’amore per il sapere con passione e umiltà. Alla sua famiglia va il nostro abbraccio più sincero».

La Presidente del Consiglio di Istituto dello Scarpa, dott.ssa Laura Artich si unisce al dolore che ha colpito l’Istituto affermando: «Ho appreso con profondo dispiacere la notizia della scomparsa del Professor Raggiotto. Sebbene non avessi avuto il piacere di conoscerlo personalmente, comprendo che la sua perdita rappresenti un vuoto significativo per l'intera comunità scolastica. Desidero esprimere le più sentite condoglianze e unirmi al cordoglio per questa grave perdita».

La scuola si stringe nel dolore, unita nel ricordo di un insegnante che ha fatto della cultura e del rispetto i cardini della sua missione educativa.

 

In memoria del prof. Alessandro Raggiotto, un Uomo, un Maestro, un Amico

proff.sse Martina Antiga e Rosanna Pradal_Referenti dei Licei Umanistici di Oderzo - Il prof. Raggiotto era un grande professionista: arrivava sempre con largo anticipo (lo potevi vedere fuori dalla scuola, mentre fumava il suo amato sigaro, in attesa dell'inizio delle lezioni); si scusava quando doveva chiedere un permesso per motivi personali, perché la didattica era per lui la cosa più importante; era rigoroso ed esigente con i suoi studenti, tanto che la spiegazione non poteva terminare prima delle 12:59 e le sue corpose dispense erano assai temute dagli alunni.

Ma il prof. Raggiotto era soprattutto una persona dalla grande umanità: sapeva conciliare i contrari, unendo alla severità la capacità di ascolto e comprensione; alla serietà una verve ironica e scherzosa.

Amava raccontare storie: quelle che si leggono nei libri, ma anche quelle dei suoi incontri bizzarri, e lo faceva con la medesima passione e con quel senso di meraviglia che sapevano incantarti.

Per questo era ugualmente amato e stimato dai colleghi e dai suoi studenti: la sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile in tutta la comunità scolastica.

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proff. Bianca Sofia Lucrezia Zardo e Thomas Bottecchia_Referenti del Liceo Scientifico e delle Scienze Applicate - Non si è mai pronti ad un addio, non quando si è abituati ad un “Ci vediamo più tardi”, al cambio dell’ora, alla macchinetta del caffè, ad una chiacchierata con un sigaro. Non si sa bene cosa dire, quando mancano le parole, se l’assenza di un giorno diventa la presenza vuota in una sala insegnanti dove le parole non sono mai mancate. Non si è sempre vicini fisicamente a coloro cui vogliamo bene, che stimiamo, con cui lavoriamo, ma non è meno affettuoso, meno rimpianto, meno vivo il pensiero che oggi è rivolto a te. Caro Alessandro, la concisione era una tua virtù e noi non intendiamo mancarvi per rispetto, per dovere, per semplicità. A nome del Liceo Scientifico e delle Scienze Applicate, esprimiamo il nostro più sincero cordoglio ad un collega la cui memoria rimarrà non meno luminosa delle sue massime, della sua risata, dei suoi occhi.

«Non v’è rimedio per la nascita e la morte, salvo godersi l’intervallo» (Schopenhauer)

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proff. Enzo Fasan e Pillon Michele_Referenti dell’Istituto Tecnico Tecnologico - Con profonda tristezza abbiamo appreso la notizia della scomparsa del collega Alessandro. Rimarranno sempre vive la sua dedizione all’insegnamento, la passione per il sapere e l’umanità che ha saputo trasmettere ai suoi studenti.

In questo momento desideriamo esprimere la nostra più sentita vicinanza a tutta la comunità educante, alla quale Alessandro offriva una partecipazione attiva, alla sua famiglia e a tutti coloro che gli hanno voluto bene.

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prof. Maurizio Orlando_assistente tecnico dell’Istituto “A. Scarpa” - "Buongiorno Sten" questo era il nostro saluto, ogni volta che entravo in una sua classe, accompagnato da un attenti e un saluto al cappello molto formale, non eclatante; lo si capiva immediatamente che era un ufficiale dell'esercito, Sten è il diminutivo di sottotenente, lui lo era degli alpini, noi della "bassa" eravamo sempre un po' invidiosi di chi aveva fatto la scuola alpina di Aosta.

Sino a quando il liceo era al Don Bosco ci si incontrava spesso dopo le lezioni e si parlava proprio di quello, delle fatiche del corso, delle esperienze sempre ardite al reparto. Aspettavamo insieme il momento dell'apertura della biblioteca a Motta dove aveva preso l'abitudine di correggere i compiti dei suoi allievi.

Alessandro era un alpino in tutto, nel modo di vestire, nella cura della barba, nel modo di essere arrabbiato o festeggiare un avvenimento.

Ecco Alessandro ti voglio ricordare così, quando ci raccontavi le tue piccole emozioni della vita, spesso le tue lezioni in classe e lo facevi con il sorriso sul volto e la posa teatrale di Cesare.

Ci mancherai tantissimo!

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prof. Claudio Lazzarato_docente di Filosofia e Storia - Mi chiedi se conoscevo Alessandro Raggiotto: certo che sì e pure bene, visto che sono stato il suo Tutor durante l'anno di prova conseguente al suo ingresso in ruolo. È stato un anno ricco di frequenti colloqui, reciproci scambi e riflessioni critiche riguardo il nostro ruolo (es.: cosa si intende per competenze non generiche, qui sono buoni tutti, ma filosofiche? Ah, saperlo...). Abbiamo così scoperto di aver un "amore filosofico" in comune, ovvero Spinoza, e, di contro, un filosofo "divisivo", ovvero Nietzsche, da me amato e dal lui quasi detestato. Ho poi scoperto che rispetto al sottoscritto, lui era di manica assai più larga riguardo i voti: nelle sue classi i 9 e pure i 10 erano tutt'altro che merce rara, laddove io penso di aver dato in 40 anni di onesta carriera non più di una decina di dieci (colpa mia certo). Così è nato l'effetto Raggiotto. Di cosa si tratta? Spiego. Da qualche anno nella nostra scuola esistono le cosiddette classi articolate (nate soprattutto per preservare il Liceo Classico) ovvero classi che uniscono indirizzi diversi con un certo numero di docenti in comune e che si separano quando hanno materie diverse (o con orari diversi come Alessandro e lo scrivente). È così accaduto che in una classe denominata 5X LC- LL (classico più linguistico) fossimo presenti nello stesso Consiglio Di Classe, lui per la parte linguistica io per quella classica: confrontando i rispettivi tabelloni saltava subito agli occhi la differenza delle valutazioni, ovviamente molto più alte le sue. Esclusa una differenza ontologica tra i ragazzi il problema era nel "manico". Ovvio che anche i ragazzi ne avessero contezza: così, senza troppe forzature, i miei alunni hanno cominciato a chiedere se fosse possibile equiparare i voti delle due parti della classe: non certo abbassando quelli di Alessandro, ma alzando i miei: cosa alla fine puntualmente avvenuta. Ecco, questo è stato l'effetto Raggiotto, ovviamente molto apprezzato dai miei studenti. L'altro, bellissimo, ricordo, di fatto l'ultimo, è legato alla cena di fine anno scolastico coincidente con il mio ultimo anno di insegnamento prima della pensione, celebrata nel giugno 2024 con tutta la classe 5X. Quando infatti sono partite le "danze", il più scatenato in mezzo alle sue ragazze (in un linguistico i maschi sono pochi) era proprio Alessandro. Poi, verso la fine della serata abbiamo ascoltato, disposti o meglio tenuti in circolo, non senza commozione, la splendida Via col Vento di Claudio Lolli (che oltre che cantautore impegnato era anche docente di italiano al liceo Leonardo da Vinci di Casalecchio di Reno, Vecchioni non è l'unico prof. della canzone italiana) brano che io avevo usato per salutare i miei alunni dopo l'ultimo giorno di insegnamento prima della pensione. Ecco, se c'è un'immagine che mi piace conservare è proprio questa, mentre abbracciati in girotondo con i ragazzi ascoltiamo Via col Vento.

Ti sia lieve la Terra, Alessandro.

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prof.ssa Annalisa Zanolin_docente di Lingua e Cultura Straniera Francese  - Il prof. Raggiotto, per tutti noi semplicemente il Raggi, Ale, era un uomo di immensa cultura e curiosità. Le sue letture non erano mai superficiali: cercava nei libri la chiave per comprendere l’essere umano nella sua sfera più profonda, sempre in cammino verso il percorso più difficile, doloroso ma affascinante: la conoscenza di sé.

Spesso spiegava concetti filosofici complessi con esempi semplici e folgoranti, capaci di illuminare anche le menti più disorientate. Rendeva chiara ogni cosa, ma lui non era mai banale. Ironico, brillante, grande cinefilo: amava il cinema italiano d’autore, ma anche i classici della commedia all’italiana degli anni Settanta e Ottanta, che mettevano in scena le miserie e le contraddizioni della società consumistica. Di quei film conosceva intere battute a memoria, che sapeva recitare con gusto e una risata contagiosa. Era un uomo che ascoltava davvero. Ogni consiglio che dava era sempre costruttivo, mai preconfezionato. Amava la poesia, e forse non è un caso se proprio quest’anno, fra le tracce della prova d’italiano, è comparso il suo amato Pasolini. E ancora: la saggistica, la storiografia, i documenti autentici, la verità dei fatti. Amava i libri: il loro profumo, la consistenza della carta, il suono delle pagine sfogliate lentamente, come se ogni volume meritasse rispetto.Adorava la canzone d’autore, soprattutto quella italiana, che lo riportava alla sua amata Bologna. Una città in cui si riconosceva per affinità elettive, per spirito e per etica. A scuola era sempre gentile, disponibile, presente. Per le studentesse e gli studenti un punto di riferimento: preciso, autorevole e, talvolta, volutamente severo. Ma sapeva accompagnare ogni mente a lui affidata verso la verità delle cose, anche quando questa si presentava nuda e cruda. Era un educatore, nel senso più alto del termine.

Resterà per sempre nei miei ricordi, perché forse è stata la persona più buona che io abbia mai conosciuto. Un uomo senza malizia, dall’animo semplice e aperto. Con i suoi difetti, come tutti, ma con qualità che li superavano infinitamente, e che io ho avuto la fortuna di incontrare e riconoscere.

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prof. Claudio Bianco_docente di Lingua e Cultura Straniera Inglese - Ci sono colleghi che non si dimenticano. Non per i titoli, non per il ruolo, ma per la sostanza: per la forza tranquilla con cui stanno nel mondo. Alessandro Raggiotto era così.

Una figura che si distingueva a colpo d’occhio, anche grazie a quella barba lunga, inconfondibile, che sembrava un’estensione del suo pensiero. Una barba da filosofo vero, che non era solo estetica: era parte della sua presenza, del suo modo di abitare il tempo, con profondità, ironia, e una certa aria disarmante da saggio un po’ fuori dalle righe. 

Con gli studenti era straordinario: sapeva essere complice e maestro, amicone e guida rigorosa.

Era capace di grandi slanci umani, ma anche di quella fermezza necessaria a chi prende sul serio il proprio mestiere.

Insegnava filosofia, ma in realtà mostrava come si può pensare, con coraggio, con leggerezza, con verità. Aveva un’intelligenza acuta, mai ostentata, e un umorismo tagliente che alleggeriva anche i concetti più densi. La sua scomparsa ci lascia spiazzati, increduli.

Ma la sua voce, il suo modo di guardare le cose e anche quella barba che, in fondo, ci raccontava tanto di lui  continueranno a camminarci accanto, nei corridoi, nei ricordi, nei pensieri.

Mi mancherai infinitamente, caro collega ed amico, mi mancherai nei pensieri, nei pranzi insieme, negli aperitivi pieni di battute e digressioni brillanti, in quel tempo rubato al dovere che con te diventava sempre occasione per pensare, ridere, vivere. Continuerò a cercarti nei gesti quotidiani, nella filosofia che ci hai insegnato a vivere.

E in fondo, lo so, ci sarai ancora. Diversamente presente.

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prof.ssa Angela Pluda_docente di Lingua e Letteratura Italiana - Ricordo tutte le volte che ci raccontavamo dei nostri figli e di come era orgoglioso delle sue figlie Eloisa e Milena, che amava tantissimo. Gli brillavano gli occhi quando parlava di Eloisa, così precisa e di grande sensibilità, ma anche della vivacità e spontaneità di Milena. 

E poi non mi dimenticherò mai il calore della sua risata, che riempiva l'aula insegnanti quando tra una lezione e l'altra ci si scambiava qualche battuta, e lui teneva sempre banco, perché gli piaceva scherzare e ironizzare su tutto, anche su se stesso... Una persona spiritosa, ma sempre attenta a non urtare la sensibilità altrui. Diceva sempre quello che pensava, ma con pacatezza e misura. Mancherà molto a tutti noi...

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prof.ssa Cappellazzo Elisa_Religione Cattolica - Non ho avuto classi insieme, ma le chiacchierate che ho avuto con lui sono sempre state alla ricerca del vero, del buono e del bello. Una ricerca fatta di tanti interrogativi, di consapevolezza del limite umano ma anche del suo inarrivabile mistero. Ringrazio Dio per averlo conosciuto. Sono sicura che ora gli è tutto più chiaro vero e bello. Ora è nella pace che ha sempre cercato.

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prof. Roberto Bin_docente di Lingua e Letteratura Italiana - A me è piaciuta la citazione del filosofo francese Maurice Merlau-Ponty che Alessandro aveva messo nel suo profilo whatsapp e che testimonia di quanto amasse il suo lavoro: “E’ una vera felicità, diceva Stendhal, avere come mestiere la propria passione”.

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prof. Gabrile Polillo_docente di Scienze motorie e Sportive - Non voleva arrendersi mai... Il suo animo da Alpino, lo portava ad andare sempre avanti, mai indietro... E spronava anche tutti noi dicendoci Mai daûr! (grido della Brigata alpina Julia).

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prof.ssa Laura Damo_docente di Filosofia e Storia - Il tenente Alessandro Raggiotto ci lascia un’eredità preziosa: la determinazione a non restare indifferenti, la capacità di guardare al futuro con serietà, e l’esempio di chi ha saputo vivere il proprio ruolo con passione, lucidità e amore per il bene comune. Ci ha insegnato che la responsabilità non si delega, che la scuola non è un edificio ma una comunità, e che chiedere dignità per gli studenti e i docenti non è un favore ma un diritto.

Ci mancherai, collega e amico. Ma le tue parole sotto riportate continueranno a guidarci, come fari nella nebbia dell’indifferenza.

Alessandro Raggiotto -2

 

Discorso del prof. Alessandro Raggiotto all' Assemblea di Istituto organizzata dagli studenti dell’ISISS “A.Scarpa” di Motta di Livenza-Oderzo in Piazza Grande Oderzo - 6 aprile 2024

«Un anno è ormai passato da quando ci è stato comunicato che la sede di Piazzale Europa non era più agibile. Un anno è passato da quando le promesse della politica facevano ben sperare nella rapida ricostruzione di una nuova sede. E’ passato un anno, ma tutto è rimasto fermo, immobile, granitico. Oggi siamo qui, nel 2024, in Italia e in Europa, per chiedere una cosa che dovrebbe essere basilare: una sede scolastica stabile, un luogo in cui poter fare scuola e comunità. Chiediamo un diritto fondamentale, non stiamo chiedendo il superfluo. Le risposte che abbiamo ricevuto dalla politica sono state sempre le stesse: non dipende da noi, chiedete più in alto, domandate ad altri e poi non ci sono soldi e se potessimo lo avremmo già fatto… Ma il dire “non dipende da me, non tocca a me” è una bestemmia civica! Se alla politica tutta non compete questo compito, allora a chi chiedere? Se non è compito della politica risolvere i problemi che inevitabilmente nascono nelle comunità, chi allora lo dovrà fare? E’ tempo che la politica tutta inizi a pensare con responsabilità al futuro e una scuola con una sede stabile, efficiente e funzionale è certamente il primo passo per il nostro domani»

 

Le famiglie della classe 3a XLC – 3 a XSU

La perdita del carissimo prof. Raggiotto ci ha lasciato tutti senza parole. Un silenzio colmo di pensieri e riflessioni sul senso della vita e della morte. Ci stringiamo alla famiglia in questo momento di grande dolore.

Ringraziamo per aver trasmesso ai nostri figli l'amore per il sapere non sganciato dal coraggio insito nell'incontro con l'Altro, una sostanziale consapevolezza della fragilità che ci contraddistingue come esseri umani ed uno sguardo aperto sul mondo. Questo germoglio vivrà e crescerà nei nostri ragazzi. Con grande gratitudine ed affetto.

 

Il ricordo della classe 5a A Liceo Linguistico

Se n’è andato un uomo raro, prima ancora che un insegnante. Un professore che sapeva parlare all’anima, non solo alla mente. Ogni sua lezione era molto più di un momento di studio: era uno spazio di umanità, di ascolto autentico, di presenza sincera. Sapeva sempre trovare le parole giuste non per dovere, ma per affetto, per empatia, per quella naturale inclinazione a prendersi cura degli altri.

Con il suo sorriso nascosto sotto i baffi, le guance arrossate e quello sguardo gentile che raccontava più di mille discorsi, sapeva rendere speciale anche una giornata qualunque. Con i suoi aneddoti, i suoi silenzi densi di significato, e quel dono raro di vedere ciascuno di noi per quello che era davvero.

L’abbiamo conosciuto come professore, ma sappiamo nel profondo che sarebbe stato un amico meraviglioso. Oggi fa male pensare che non potremmo più ascoltare la sua voce, confrontarci con il suo sguardo luminoso, o perderci nei suoi racconti. Ma resterà in tutti noi, come un esempio vivo di cosa significa insegnare e, soprattutto, esserci.

Grazie, Prof. per tutto ciò che ci hai dato e per tutto ciò che hai lasciato in noi. La Tua 5a ALL

 

Il ricordo della classe 4a A Liceo Linguistico

Grazie prof, grazie di esser sempre stato un punto di riferimento per noi. Grazie per averci fatto amare la filosofia quanto la amava lei, e grazie per aver creduto in ognuno di noi, e averci spronato a puntare sempre più in alto. La sua scomparsa ci ha sconvolto tutti e ci sembra davvero impossibile, tuttavia le sue lezioni, i suoi profondi discorsi e pensieri rimarranno per sempre vivi nei nostri cuori. Grazie per aver sempre messo passione nell’insegnamento, di aver sempre amato ciò che faceva. La ricorderemo per sempre con il suo caloroso sorriso e la sua voglia di dialogare con noi. La Sua 4a ALL

 

Il ricordo della classe 4a X Liceo Classico

È con profondo dolore che noi studenti ricordiamo il prof. Alessandro Raggiotto, docente di Storia e Filosofia presso il nostro liceo. Il suo entusiasmo per le discipline era contagioso: le sue lezioni erano sempre un viaggio stimolante attraverso il tempo e il pensiero. Ricordo con particolare affetto le sue spiegazioni avvincenti sulla Rivoluzione francese e la sua capacità di rendere accessibili a tutti anche i concetti più complessi. Ma il professor Raggiotto non era solo un eccellente insegnante: era anche un uomo di grande umanità, sempre disponibile ad ascoltare e ad incoraggiare noi studenti. Ci ha insegnato a pensare criticamente, a porci domande, a non accettare le cose come date. È stato in grado di farci innamorare del sapere, aprirci alla cultura, educarci alla curiosità. La sua mancanza si farà sentire profondamente, ma il suo esempio e il suo insegnamento vivranno in noi. Siamo vicini con affetto alle sue amate figlie e a tutta la sua famiglia per l'immensa perdita. Infine, gli dedichiamo un sillogismo d'addio: Oltre le forme, oltre il finito, dove il logos si fa brezza e sussurro, abita ora il Maestro, il suo spirito invitto. Non più cattedra, non più aula, ma un orizzonte di pensiero, dove ogni domanda trova una spalla. Il dubbio, suo fedele compagno, lo ha condotto per sentieri impervi verso la verità, un miraggio tanto amato. Ora quel dubbio, trasceso, si fa luce, un fiume di conoscenza che porta pace. Non lacrime, ma domande, sono il nostro omaggio al suo passaggio. Domande che sfidano il velo dell'oblio, che cercano il senso oltre la fine, che onorano l'eredità del suo insegnamento. Il suo sguardo, ora etereo, veglia su di noi, suoi discepoli. Buon viaggio, Professore. Omar Zahirovic

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Gaia Battistiol - Lo vedevo sempre fuori scuola e in stazione per prendere il treno: era sempre lì che aspettava il momento giusto per iniziare a parlarci del più e del meno, non in veste di professore ma in veste di semplice uomo. In treno e in classe ci raccontava delle sue figlie e delle sue avventure. Mi ha raccontato di quella volta che lo hanno scambiato per un tenente di polizia all'ingresso di un night club: lo ha fatto con gli occhi azzurri brillanti e con il sorriso che si nascondeva dietro alla folta barba. Vorrei avergli parlato di più quell'ultimo giorno di scuola e mi mancherà dirgli che i mozziconi non si gettano per terra ma vorrei che potesse continuare a farlo non nascondendosi dietro le nuvole.

 

Il ricordo della Classe 3a X Liceo Classico

Caro Prof, è difficile trovare le parole giuste in un momento come questo. La sua scomparsa ci ha lasciati senza fiato, con un vuoto profondo nel cuore e nella mente. Anche se questo era il primo anno che avevamo l’onore di averla come insegnante, il tempo è bastato per portarci a capire quanto fosse speciale. È stato un privilegio raro condividere con lei il nostro viaggio. 

Lei non era solo un professore di storia e filosofia. Era una guida, un’anima nobile e in continua ricerca che ci ha insegnato molto più di ciò che era scritto nei libri. Con il suo modo unico di spiegare, riusciva a far appassionare chiunque. Ogni lezione diventava un viaggio: non solo nel pensiero dei grandi filosofi, ma anche dentro noi stessi. Ogni parola, ogni gesto, ogni risata: tutto rimane in noi. Ci ha insegnato ad amare la storia, la filosofia, ma anche a porci domande, a non accontentarci, a pensare con profondità. Avremmo voluto conoscerla meglio! Non dimenticheremo mai quest’anno passato con lei, perchè i suoi insegnamenti ci aiuteranno a diventare cittadini e persone migliori.

Ricordiamo il suo sorriso sincero, la sua gentilezza e quell’equilibrio raro tra serietà e simpatia. Si vedeva che portava dentro una “indole virtuosa”, quella sete di conoscenza tipica dei veri filosofi. Non si limitava a insegnarci: ci educava a vivere, a scorgere il senso delle cose, ad affrontare l’esistenza per quella che è, con le sue gioie e le sue fatiche, sempre con lucidità ma anche con speranza. Con la sua attenzione, il suo modo di ascoltare, i suoi modi dolci e discreti, è riuscito a farci sentire accolti, compresi e valorizzati. Ci ha dato fiducia anche nei giorni in cui era faticoso trovarla in noi stessi. Le sue lezioni non erano solo momenti di studio, ma veri spazi di crescita. Con la sua anima sensibile, ci ha accarezzati come un padre affettuoso accarezza i suoi figli. Con i suoi modi garbati, anche se risoluti, ci ha fatto sentire accolti, ascoltati, rispettati. Crediamo che chiunque l'abbia incontrata possa dire di aver conosciuto un grande uomo: non solo un uomo di grande cultura ma un vero filosofo, che ha vissuto secondo virtù ogni momento della sua vita.

Pensiamo che qualcuno non se ne vada davvero finché ne resta vivo il ricordo, e le assicuriamo che in noi e in tutti coloro che hanno avuto l'onore di conoscerla rimarrà sempre impresso il ricordo della straordinaria persona che era: aveva sempre una parola gentile, un sorriso, uno sguardo che ci aiutava quando ne avevamo bisogno. Quindi grazie, con tutto il cuore per averci insegnato a vivere la vita con positività, senza il timore delle difficoltà. Il suo spirito, sempre alla ricerca, ci lascia un’eredità preziosa: la voglia di continuare a cercare anche noi, a porci domande, a non accontentarci di risposte scontate. Continueremo il cammino con lei nel cuore. La sua assenza è un silenzio che pesa. In un solo anno ci ha aiutato e incoraggiato a vivere con profondità, a cercare il senso dietro le cose, a pensare con il cuore e sentire con la mente.

Grazie, per averci portato a pensare, a sentire, a vivere. Lei è un’anima gentile, ha sempre avuto uno sguardo che ascolta. Le sue parole sono state semi, e ora dentro di noi sbocciano domande, sogni, coraggio. Cammineremo ancora, Professore, con lei in ogni pensiero che osa volare più in alto. Con infinita gratitudine e affetto.  I Suoi alunni di 3a XLC 

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Poesia “Occhi d’Oceano”

Occhi d'oceano, 

travolti d'azzurro, 

esplorano il senso del mare, 

s'annebbiano neri sulla terra, 

per ritrovare il potere pulsante del cuore,

il corpo riacquista le ali, 

s'innalza nella Luce

di un Infinito cercato con Cura

Arianna Dei Negri

Arianna Dei Negri - Caro Prof. è difficile trovare le parole giuste in un momento come questo. La sua scomparsa ci ha lasciati senza fiato, con un vuoto profondo nel cuore e nella mente. Anche se questo era il primo anno che avevamo l’onore di averla come insegnante, il tempo è bastato per portarci a capire quanto fosse speciale. Lei non era solo un professore di storia e filosofia. Era una guida, un’anima gentile e appassionata che ci ha insegnato molto più di ciò che era scritto nei libri. Con il suo modo unico di spiegare, riusciva a far appassionare chiunque. Ogni lezione diventava un viaggio: non solo nel pensiero dei grandi filosofi, ma anche dentro noi stessi.

Ricordiamo il suo sorriso sincero, la sua gentilezza e quell’equilibrio raro tra serietà e simpatia. Si vedeva che portava dentro una “indole virtuosa”, quella sete di conoscenza tipica dei veri filosofi. Non si limitava a insegnarci: ci educava a vivere, a scorgere il senso delle cose, ad affrontare l’esistenza per quella che è, con le sue gioie e le sue fatiche, sempre con lucidità ma anche con speranza.

Con la sua anima sensibile, ci ha accarezzati come un padre affettuoso accarezza i suoi figli. Con i suoi modi garbati, anche se risoluti, ci ha fatto sentire accolti, ascoltati, rispettati. E questa è una dote speciale che non dimenticheremo mai. Il suo spirito, sempre alla ricerca, ci lascia un’eredità preziosa: la voglia di continuare a cercare anche noi, a porci domande, a non accontentarci di risposte scontate. Continueremo il cammino con lei nel cuore. Grazie, Professore. Per averci insegnato a pensare, a sentire, a vivere. Con infinita gratitudine e affetto. 

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Gregorio Xicato - Caro Prof, parlando onestamente ritengo che averla avuta come professore di storia e filosofia sia stato per noi un grande onore; avrei voluto conoscerla meglio tuttavia questo anno passato a seguire le sue appassionanti lezioni mi ha fatto capire che genere di persona straordinaria e capace fosse. Penso che non dimenticheremo mai quest’anno passato con lei, anzi ritengo che grazie ai suoi insegnamenti potremo diventare cittadini e persone migliori. 

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Matilde Gobbo - Caro Prof, credo che chiunque l'abbia incontrata possa dire di aver incontrato un grande uomo: non solo un uomo di grande cultura ma un vero filosofo, che ha vissuto secondo virtù ogni momento della sua vita. Non è facile esprimere come ci sentiamo in questo momento. Ho sempre pensato che qualcuno non se ne va davvero finché ne resta vivo il ricordo, e le assicuro che in me e in tutti coloro che hanno avuto l'onore di conoscerla rimarrà sempre vivo il ricordo della straordinaria persona che era: aveva sempre una parola gentile, un sorriso, uno sguardo che ci aiutava quando ne avevamo bisogno. Quindi grazie, con tutto il cuore per averci insegnato a vivere la vita con positività, senza il timore di affrontare le difficoltà. 

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Gaia Bonotto - Caro Prof, la sua assenza è un silenzio che pesa. In un solo anno non ci ha insegnato solo storia e filosofia, ci ha insegnato a vivere con profondità, a cercare il senso dietro le cose, a pensare con il cuore e sentire con la mente. Lei è un’anima gentile, ha sempre avuto uno sguardo che ascolta. Le sue parole sono state semi, e ora dentro di noi sbocciano domande, sogni, coraggio. Non dimenticheremo mai il suo sorriso discreto, la sua voce che sapeva accarezzare anche le verità più dure. Cammineremo ancora, Professore, con lei in ogni pensiero che osa volare più in alto.

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Ludovica Cescon - Caro Prof, è difficile trovare le parole giuste in questo momento così doloroso. Lei è stato molto più di un insegnante: con la sua attenzione, il suo modo di ascoltare, i suoi modi dolci e discreti, è riuscito a farci sentire accolti, compresi e valorizzati. Ci ha dato fiducia anche nei giorni in cui facevamo fatica a trovarla in noi stessi. Le sue lezioni non erano solo momenti di studio, ma veri spazi di crescita. Ogni parola, ogni gesto, ogni risata: tutto ci ha lasciato qualcosa. Ci ha insegnato ad amare la storia, la filosofia, ma anche a porci domande, a non accontentarci, a pensare con profondità. È stato un onore averla come professore. Un privilegio raro. Tutto ciò che ci ha insegnato non ci abbandonerà mai, perché sarà la luce che continuerà a guidare i nostri passi anche ora che lei non c’è più. Lei è stata una guida vera, un punto fermo, capace di donarci qualcosa che va ben oltre i libri, e non ci sono parole sufficienti per esprimere quanto abbia significato per noi. Buon viaggio prof, e grazie, dal profondo del cuore. 

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Sofia Gorgoglione - Caro Prof, in un anno ci ha trasmesso e insegnato molto, sia a livello scolastico, ma soprattutto a livello personale. È sempre stato un professore severo quando bisognava esserlo, ma allo stesso tempo empatico e con il cuore sempre aperto nei nostri confronti.

Non dimenticherò mai la sua dedizione nel raccontarci la storia e nemmeno tutto l'impegno che impiegava per farci comprendere i pensieri dei filosofi che per noi a volte erano quasi inconcepibili.

Capisco quando viene detto che lei era amato da tutti, perché è proprio così, in un anno è riuscito ad arrivarci al cuore e a lasciarci il segno. Ci ha sempre detto che l'unica certezza è il sapere, la ragione e la consapevolezza

Lei oltre ad averci insegnato storia e filosofia, ci ha insegnato come vivere, come comportarci e soprattutto quanto sia importante ragionare sulle cose da soli, senza farsi influenzare dai pensieri altrui, a rischio di andare contro corrente.

Una cosa è certa, professore, non la dimenticherò mai.